Così stavo sdraiato sulla soglia della porta del tuo ufficio, la mia schiena mi doleva e il freddo di quest'anno, ancor si sente dentro queste mie ossa fragili e malconce per l'età e l'eterna condizione di vagabondo un po' incosciente.
Aspettavo te che stai arrivando da mezz'ora o più soltanto.
Le gambe mi tremavano ancora, l'altra sera, quando mi baciavi piano; e le labbra ancora chiuse mi dicevano 'ti amo'.
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